Associazione per la difesa del suolo e delle risorse idriche

Storia

Dal 1995, il Gruppo 183 rappresenta un punto di riferimento per la difesa del suolo e delle risorse idriche in Italia, affrontando con impegno le sfide legislative, ambientali e climatiche per promuovere strategie efficaci e sostenibili.

La storia del Gruppo 183

Nel 1995 fu Beppe Gavioli (dirigente del Pci, prima a Modena e in seguito nel comitato regionale dell’Emilia-Romagna, già dagli anni settanta, poi Assessore regionale ai Trasporti e Vie di comunicazione dal 1985 al 1987 e all’Ambiente e Difesa del suolo dal 1987 al 1990, Assessore all’Ambiente della Provincia di Parma dal 1995 al 1999, collaboratore dell’Autorità di bacino del fiume Po e fra i fondatori del Gruppo 183 per la difesa del suolo nel 1995) a fondare l’associazione Gruppo 183, impegnata sul tema della difesa del suolo e delle risorse idriche.

Da pochi anni era stata approvata, dopo un lunghissimo iter avviato dalla disastrosa alluvione di Firenze del 1966 e culminato nella presentazione del celebre rapporto della commissione De Marchi nel 1970, la legge quadro sulla difesa del suolo (Legge 18 maggio 1989 n. 183).

Si ebbe subito consapevolezza delle difficoltà che la legge quadro avrebbe incontrato nella sua applicazione e nelle successive modifiche e integrazioni che avrebbero quasi sempre fatto seguito a nuovi fenomeni disastrosi (Sarno 1998, Soverato 2000); come del progressivo abbandono delle proposizioni più avanzate della commissione De Marchi; e della necessità di ravvivare il dibattito sulla difesa del suolo e di esercitare pressione sul legislatore per giungere alla definizione di strategie efficaci per la mitigazione dei rischi naturali e l’accorta gestione delle risorse idriche.

L’attività del Gruppo 183 si è sviluppata per tre decenni con iniziative che hanno coinvolto le istituzioni nazionali e regionali nel dibattito sulla costituzione e sull’aggiornamento degli strumenti applicativi della legge 183/1989 e poi del codice dell’Ambiente che l’ha assorbita; con una specifica attenzione sull’evoluzione della materia in campo europeo, e sulle modalità di recepimento dello Stato italiano (purtroppo talvolta tardive – lo mostra il protrarsi delle infrazioni comunitarie comminate all’Italia in materia ambientale – talvolta inutilmente appesantite da normazioni eccessive).

Il ruolo che il Gruppo 183 assume oggi è quello di stimolare l’attenzione istituzionale sui nuovi gravi problemi posti dal cambiamento climatico, che impongono il ricorso a strategie di adattamento coerenti ed efficaci e una sostanziale semplificazione delle ridondanze normative nel quadro della necessaria riforma del codice dell’Ambiente.

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