Con questo breve testo l’architetto Camillo Ranieri documentò, all’indomani del tragico evento del 21 gennaio 1841, la colata rapida precipitata sull’abitato di Gragnano.
Ad un tratto quasi scoppio di fulmine, quasi esplosione di più bronzi marziali venia romorosa giù precipitando sui tre casamenti, che il rione del Trivioncello formavano, la pendice franata del monte, e pria che gli abitanti potessero camparne il colpo, essa piombava sterminatrice, distruggendo le case, e vi facea rimaner sotto 103 individui.
Allora come oggi è evidente l’estrema vulnerabilità dei versanti prossimi al Vesuvio. Quella che è cambiata è l’esposizione al rischio, accresciutasi esponenzialmente a seguito dell’espansione urbana delle aree pedemontane. La descrizione dell’evento e le due stampe allegate al testo mostrano con grande evidenza l’appartenenza del fenomeno alla stessa classe delle colate detritiche che hanno sconvolto in anni recenti le aree sovrastate da versanti a copertura piroclastica.